Sconfinati dati e statistiche immigrazione

I punti essenziali per Caritas

Caritas promuove politiche migratorie che abbiano una visione a lungo termine e che si basino sulla solidarietà e il rispetto dei diritti umani.

In Europa

Alle istituzioni europee Caritas chiede:

  • La riforma del sistema d’asilo

Le istituzioni europee stanno attualmente discutendo la riforma del sistema d’asilo europeo. In questo contesto è importante che le varie istituzioni si impegnino per l’adozione di un sistema che rispetti la dignità e i diritti umani di tutti i migranti, a prescindere dal loro status giuridico e dalla nazionalità, sia all’interno dell’Unione Europea che alle sue frontiere. L’unione europea e i suoi stati membri devono astenersi dal condurre espulsioni collettive e respingimenti, e garantire accesso per tutti ai servizi e diritti fondamentali senza alcuna discriminazione. In questo contesto, le organizzazioni non-governative che prestano aiuto ai migranti non devono essere criminalizzate.

  • L’aumento delle vie d’accesso legali

Le limitate vie d’accesso legali stanno costringendo i migranti a imbarcarsi in viaggi sempre più pericolosi per raggiungere l’Europa. Questo contribuisce ad alimentare l’immigrazione irregolare e il business dei trafficanti. Invece di voler ridurre l’immigrazione ad ogni costo, l’Unione Europea e i suoi stati membri dovrebbero invece favorire l’immigrazione regolare, concentrandosi per esempio sulla riunificazione famigliare, i visti umanitari, il re-settlement e i visti per lavoro. Questi obiettivi sono in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

  • Il Rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati nell’ambito delle politiche migratorie esteriori

Le istituzioni europee e vari paesi membri stanno cercando di incrementare la cooperazione con paesi di transito e di origine dei migranti, specialmente in Turchia, Libia, Magreb e Africa Subsahariana, per limitare il numero di migranti che raggiunge l’Europa. Questi accordi sono spesso problematici. Nell’ambito di questi accordi le istituzioni europee si devono pertanto impegnare a rispettare i diritti umani e la dignità della persona, e non devono mai venir meno ai loro obblighi internazionali di protezione (convenzione di Ginevra e legislazione sui diritti umani). I migranti non devono mai essere rimpatriati in zone di conflitto o in aree dove la loro incolumità sarebbe messa a rischio. Allo stesso modo, gli aiuti allo sviluppo erogati dall’Unione Europea non devono essere usati per finanziare il controllo delle frontiere esterne o progetti volti a ridurre i flussi migratori, ma devono invece essere utilizzati per interventi volti a debellare la povertà nei paesi che ne hanno più bisogno.

In Italia

Forte dell’incontro diretto con i migranti e del suo radicamento nel territorio, in nome degli stessi principi di integrazione, solidarietà e salvaguardia dei diritti umani su cui si basa l’Unione Europea, Caritas ritiene che per affrontare il flusso ormai strutturale delle migrazioni in Italia sia necessaria un’azione integrale che passa attraverso alcuni punti essenziali:

  • Corridoi umanitari

L’apertura di canali sicuri e legali di ingresso nella Ue per persone che hanno diritto all’asilo

  • Accoglienza diffusa

La promozione di un sistema di accoglienza diffusa che eviti concentrazioni di migranti sul territorio difficilmente gestibili, privilegiando il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati gestiti in collaborazione con i Comuni (SPRAR) rispetto a soluzioni di emergenza come i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria)

  • Riforma della Legge Bossi Fini

L’apertura di canali di accesso all’immigrazione regolare passa necessariamente dalla riforma della Legge Bossi Fini. In particolare, va reintrodotto il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro attraverso lo sponsor e devono essere ripristinato il sistema di quote adeguate alla copertura dei posti di lavori reali

  • Nuovi italiani

Introdurre lo ius soli come criterio per concedere la cittadinanza