Sconfinati

​​Proposte

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SCONFINATI INSTALLAZIONE

Negli ultimi anni Caritas Ambrosiana ha sperimentato un modo diverso di raccontare i temi che ci sono cari. 
Sconfinati è un percorso esperienziale sul tema delle migrazioni. Come nei giochi di ruolo, i visitatori assumeranno l’identità delle migliaia di stranieri che scappano dalla Siria, dalla Nigeria, dal Pakistan e da tutti quei Paesi dove guerra, povertà o gli effetti dei cambiamenti climatici rendono impossibile la sopravvivenza. Riceveranno un passaporto con una nuova nazionalità. Dovranno con pochi soldi mercanteggiare con i trafficanti per assicurarsi un passaggio di fortuna. Alla fine saliranno tutti a bordo di una barca vera. Giunti all’approdo, faranno i conti con il destino: sapranno se il loro sogno potrà essere realizzato o se invece si infrangerà su un confine invalicabile che li respingerà verso il dramma da cui erano scappati.
Come in un gioco, insomma. Ma solo in apparenza. Perché dietro la finzione c’è la sofferenza stampata sui volti di persone vere. Il percorso, infatti, della durata di 15 minuti, è basato sulle storie autentiche raccolte dai volontari e dagli operatori di Caritas Ambrosiana.
Chi seguirà il percorso “Sconfinati”, potrà sperimentare sulla propria pelle la millesima parte di quel che sente un migrante.  Il messaggio esplicito lungo tutto il percorso è che siamo in fondo tutti sulla stessa barca: o ci si salva o si naufraga insieme, muri e steccati non sono mai serviti a niente.

Ora è possibile richiedere l’allestimento di Sconfinati anche nelle tua città o nella tua parrocchia!

Per farlo sono necessari:
- uno spazio al chiuso o copribile con tensostruttura (15 m x 5 m, eventualmente adattabili a spazi diversi, previo sopralluogo di verifica), con allacciamento elettrico
- un gruppo di almeno 15/20 volontari molto motivati che dovranno gestire lo stand in autonomia per la durata dell’allestimento
La copertura di alcuni costi vivi, solo in parte abbattibili con disponibilità locali:
- trasporto materiali con veicolo cassonato
- personale per montaggio/smontaggio dell’allestimento
- formazione ai volontari, stampa materiali, affiancamento nell’avvio dell’esperienza

Se sei certa/o che ci siano questi presupposti e vuoi approfondirne la fattibilità scrivi una mail a:
stranieri@caritasambrosiana.it


SCONFINATI SPETTACOLO

Tra Balkan route e rotte migratorie
Di Sergio Malacrida e Alessandro Comino
Uno spettacolo sospeso tra il teatro, il reportage e il racconto per aiutare a comprendere cosa vuol dire fuggire da guerra, povertà e cambiamenti climatici.
Lo spunto narrativo è la missione realizzata sulla Balkan route dai due operatori di Caritas Ambrosiana a febbraio del 2016 che porta a riflessioni più generali sulle cause, sui numeri, sulle politiche di accoglienza e ingresso nel nostro Paese e nell’Unione Europea in un momento complicato nella gestione dei flussi migratori.
Si partirà dalla Turchia per arrivare in Slovenia attraverso le storie raccolte sul percorso in Grecia, Macedonia, Serbia e Croazia per capire come ha funzionato la rotta percorsa da oltre un milione di persone in un anno e cercando di far vivere, anche solo attraverso il racconto, il dramma di decine di migliaia di famiglie in cerca solamente di un posto dove poter vivere pacificamente.

Lo spettacolo può essere richiesto scrivendo a
web@caritasambrosiana.it

Esigenze tecniche: può essere rappresentato sia in teatro che in luoghi non convenzionali. Sono necessari una presa da 220w, un telo da proiezione, amplificazione audio per il computer, un microfono senza filo o con il filo lungo per permettere il movimento negli spazi.
Non può essere rappresentato alla luce del giorno in quanto necessita di proiezioni (quindi la zona della proiezione deve essere al buio o in penombra). È richiesto un contributo che servirà a sostenere i progetti delle rete Caritas sulla Balkan route.


LE PAURE DELL'UOMO NERO - L​a storia di Jonathan

L’incontro si propone come occasione per un primo approfondimento su una delle cause delle migrazioni che, inizialmente meno importante di altre, va man mano aggravandosi: i cambiamenti climatici.

Nonostante il tentativo da parte di alcuni di ridimensionare l’importanza dell’uomo nel causare il fenomeno, ormai la stragrande maggioranza degli scienziati sostiene che sono proprio i comportamenti umani la causa principale:  stile di vita, consumi, trasporti, …
Studi attendibili parlano di una continua crescita del numero di migranti legati al clima e una previsione realistica indica che potrebbe arrivare a 140 milioni entro il 2050.

L’incontro affronta il tema a partire da situazioni e storie di persone concrete conosciute nelle nostre attività all’interno del gemellaggio con la diocesi di Mombasa, colpita due volte negli ultimi 5 anni, da periodi di siccità molto gravi.

Attraverso momenti di vario genere (video-interviste, letture, una breve animazione, la parola di un esperto…) si intende offrire la possibilità di una maggior consapevolezza sulle cause e gli effetti del fenomeno; tutto questo portando la riflessione dalla situazione globale alle scelte personali che riguardano il nostro stile di vita.

L'incontro può essere richiesto scrivendo a: internazionale@caritasambrosiana.it

Esigenze tecniche:  sono necessari una presa da 220w, un telo da proiezione, amplificazione audio per il computer, un microfono senza filo o con il filo lungo per permettere il movimento negli spazi.
Non può essere rappresentato alla luce del giorno in quanto necessita di proiezioni (quindi la zona della proiezione deve essere al buio o in penombra). È richiesto un contributo libero che servirà a sostenere i progetti a Mombasa.


LE PAURE DELL'UOMO NERO - “Dove hanno fatto un deserto lo chiamano Pace…”

Scritta per onorare la memoria del suocero (Giulio Agricola), questa opera ha lo scopo di inoltrare una messaggio di tolleranza e moderazione…ma non gira attorno alle questioni e va dritto al punto cioè al male assoluto la guerra…
“L'imperfezione che caratterizza l'uomo fa sì che le cure agiscano molto più lentamente di quanto non facciano i mali; e come i nostri corpi s'accrescono con lentezza, ma si dissolvono in un istante, così l'intelletto e le sue opere sono molto più facili da soffocare che da riportare in vita. (3)”
“Questa cosa ingiustissima segue in ogni guerra, che tutti si arrogano il merito dei prosperi successi, e gli avversi ad un solo sono rimproverati. (27, 1)”

Stupisce come dopo duemila anni questa lezione non sia stata ancora imparata dall’uomo!  Sono parole di un’attualità drammatica, pensiamo solo alla Guerra in Siria e a quella in Yemen...! Come tutti i conflitti portano morte e desolazione, ma per arrivarci servono anni di massacri e bombardamenti, dove si distrugge tutto a partire dal nemico e con esso anche tutto ciò che può rappresentarlo…Tutti noi abbiamo negli occhi le immagini drammatiche degli effetti di queste guerre…distruzione e morte un deserto appunto ! L’unico risultato sicuro è la disumanizzazione sostanziale del uomo, di ciascun uomo vittima o carnefice che sia, così come alla fine verrà rappresentato da quelli che “proclameranno la loro vittoria” e scriveranno la loro storia!

Oggi più dell'80% delle vittime dei conflitti armati sono civili, persone che al contrario dei fronti militari, sono evidentemente disarmate e non possono che subire queste immense barbarie nelle loro città, nelle loro case, vivendole sulla loro pelle. Sembra che nel mondo contemporaneo la vittoria nei conflitti intesa come distruzione delle armi e provviste del nemico sia diventato un aspetto secondario; l'obiettivo primario è mutato; è diventato la distruzione di tutto ciò che coinvolge la vita quotidiana, privata e pubblica, dei cittadini: radere al suolo tanto le proprietà private delle persone quanto i luoghi pubblici, come le scuole, gli ospedali, i ponti e le ferrovie, è diventato il nuovo simbolo di vittoria, una vittoria che si presenta quando l'identità del nemico viene sconfitta, anzi, quando viene completamente annullata, tramite una vera e propria distruzione dei suoi simboli sociali e culturali.

Oggi i conflitti sono estremamente complessi, prevedono la partecipazione ufficiale o ufficiosa di più parti, che spaziano dal livello locale e regionale a quello internazionale. Sempre più spesso si sente parlare di guerre per procura (Proxy War), ovvero scontri in cui terze parti hanno forti interessi, solitamente economici (per esempio per l'occupazione di un territorio strategico o ricco di risorse) ad appoggiare una delle parti in conflitto. Gli attori internazionali contribuiscono a rendere più veloce e distruttivo il conflitto, in quanto spesso sono anche gli stessi che riforniscono le parti in gioco degli armamenti necessari per continuare gli scontri armati.
Questo tema viene sviluppato attraverso testimonianze, video, foto…! Anche lo “spettatore” si trova coinvolto nel confronto sul tema della guerra anche attraverso la sua partecipazione diretta mediante una rappresentazione di ruoli.

"L’unica guerra che tutti dobbiamo combattere è quella contro il male". Papa Francesco

L'incontro può essere richiesto scrivendo a: internazionale@caritasambrosiana.it

Esigenze tecniche: un computer portatile, un proiettore e delle casse.


LE PAURE DELL'UOMO NERO - ​La storia di Gerda, la povertà

Gli studiosi dicono che oggi nel mondo ci sono circa 258 milioni di migranti, di cui 68 milioni classificati come migrazioni forzate da guerre e conflitti.

Gli altri 190 milioni, un numero rilevante e crescente, è rappresentato da migranti climatici ed economici.

Se ci fermiamo un attimo a riflettere, da sempre le persone si sono spostate alla ricerca di migliori condizioni di vita, di un futuro più sicuro, di una vita più degna, di una prospettiva migliore.

Oggi migrano perché oltre un miliardo di loro vive con meno di 1,25 dollari al giorno e perché la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi; migrano perché nel proprio Paese soffrono una drammatica insicurezza alimentare.

Migrano perché non riescono a trovare un lavoro dignitoso che consenta di garantire loro e alle loro famiglie uno standard di vita accettabile, perché le terre e i territori sono sempre più spogliati da uno sfruttamento dissennato delle risorse del suolo e del sottosuolo intensificando un processo di urbanizzazione incontrollata e insostenibile.

Migrano a causa della violazione dei diritti umani e di una corruzione dilagante.

L’incontro in questione è una occasione per tentare di comprendere meglio queste cose.

Da un lato proponiamo qualche dato significativo delle dinamiche socio-economiche e ci caliamo in alcune storie di vita e testimonianze di persone incontrate in questi anni ad Haiti, il Paese più povero dell’emisfero settentrionale, dove la gente è quotidianamente di fronte al dilemma del “restare nella propria terra o partire”.

Dall’altro proviamo a creare un parallelo con la nostra storia degli ultimi 150 anni, con più di 30 milioni di italiani emigrati all’estero. Siamo stati e continuiamo ad essere un popolo migrante.


L’incontro può essere richiesto scrivendo a: internazionale@caritasambrosiana.it

Esigenze tecniche: sono necessari una presa da 220w, un telo da proiezione, amplificazione audio per il computer, un microfono senza filo o con il filo lungo per permettere il movimento negli spazi.
Non può essere rappresentato alla luce del giorno in quanto necessita di proiezioni (quindi la zona della proiezione deve essere al buio o in penombra).

E' richiesto un contributo che servirà a sostenere i progetti di Caritas Ambrosiana ad Haiti

​​​Una delle più grandi scoperte della mia generazione è che un essere umano può cambiare la propria vita semplicemente cambiando il proprio modo di pensare.

​​​​William James