Issaka Yoda, 25 anni, originario del Burkina Faso, ha ottenuto la licenza media a giugno. Ad aiutarlo a preparare la tesina è stato quello che lui chiama il suo “secondo nonno”, Paolo, un ex insegnante in pensione, che insieme alla figlia, Giovanna, e al genero, Giovanni Cortesi, gli ha dato ospitalità in casa per un anno, a Lainate, piccolo comune vicino a Milano. «Abbiamo fatto un patto chiaro all’inizio: noi avremmo pensato al vitto e all’alloggio, lui si sarebbe impegnato nello studio e sul lavoro. L’investimento ha dato i suoi frutti – dice Giovanni -. Oggi Issaka ha un titolo, parla e scrive in italiano e ha un contratto come mulettista per un’azienda farmaceutica della zona che con ogni probabilità sarà rinnovato. Noi siamo stati utili a Yoda e Yoda ci ha reso orgogliosi di lui».
Un esito insperato se si considera il punto di partenza di questa vicenda. Rimasto orfano, dopo la morte della nonna cui era stato affidato, Issaka vive a Ouagadougou, la capitale del paese, mescolandosi agli altri bambini di strada. Un camionista che viaggia tra Niger, Nigeria e Mali lo prende a lavorare con sé.
Con lui si trasferisce in Niger. Qui dopo qualche anno diventa il “tutto-fare” per un commerciante di cammelli. Nel frattempo scoppia la guerra in Libia e proprio durante uno dei suoi viaggi nel paese nordafricano, il commerciante scompare. A quel punto la moglie vende il resto della mandria che ancora possiede ad un acquirente libico e con il ricavato acquista una casa nella capitale.
Per Issaka non c’è posto e cosi decide di seguire i cammelli. In Libia il ragazzo trova impiego in un’azienda agricola. Ma il conflitto diventa sempre più aspro al punto che il proprietario decide di abbandonare il paese e mettersi al riparo in Tunisia. Ma prima di andarsene paga un trafficante libico perché porti Yoda sulla costa e da lì lo imbarchi per l’Europa. Il gommone parte da Sabratha. Sono in 180 a bodo. Il mare è in tempesta. Molti cadono in mezzo alle onde e annegano prima che una nave riesca a giungere sul posto. Issaka è tra i pochi fortunati che riescono ad essere tratti in salvo. Il 29 maggio 2016 (una data che Issaka ricorda con precisione) sbarcano in Calabria. Il 2 giugno, in pullman, insieme ad altri migranti arriva al centro regionale di smistamento di Bresso, poco distante da Milano. E a quel punto inizia una nuova vita. Lo studio per imparare l’italiano e il lavoro per diverse imprese del milanese. Fino a quando Issaka conosce Mimmo Indraccolo un operatore della Caritas Ambrosiana che promuove progetti di accoglienza personalizzati in famiglia, il progetto “Protetto – Rifugiato a casa mia”. È Mimmo a proporre alla famiglia Cortesi di Lainate di prendersi cura di Yoda. Nel frattempo arriva anche il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie
«I Cortesi sono stati come una famiglia, hanno creduto molto in me e questo mi ha dato ancora di più la forza per impegnarmi – sottolinea -. Di questo sarò sempre grato. Ora voglio trovare un lavoro, una moglie e potermi mantenere senza chiedere il sostegno di nessuno».
Per saperne di più sulle vie legali di accesso in Italia richiedi gratuitamente "Oltre il mare" il Primo Rapporto sui Corridoi Umanitari in Italia